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FLORA & FAUNA
VIPERA
La vipera é un serpente appartenente alla classe dei rettili (insieme a lucertola, tartaruga, coccodrillo e alligatore). La vipera un vertebrato a sangue freddo (poichiloterme), per cui assume la temperatura dell’ambiente in cui vive. La sua pelle é ricoperta di squame; é un oviparo ma non cova le uova, poiché basta il calore dell’ambiente per farle schiudere.
Le specie di vipere presenti in Italia sono quattro: vipera berus, vipera ursinii, vipera aspis, vipera ammodytes.
La vipera é l’unico serpente velenoso temibile in Italia; vive generalmente in collina e in montagna, ma si può trovare anche in pianura, specie nelle zone paludose.
E’ lunga circa 60 cm e si riconosce perché ha la coda piuttosto corta e tozza (caratteristica di tutti i serpenti velenosi), testa triangolare e ben distinta dal corpo; si muove durante il giorno tardo e le prime ore della sera, mentre di notte e al mattino é molto lenta e intorpidita.
La vipera può vivere 20-24 anni; si nutre di piccoli roditori (topi, arvicole, etc.) ma anche di uccellini, pulcini, rane, lucertole e cavallette. Con la lingua bifida dardeggiante raccoglie le particelle nell’aria: attraverso un organo che ha sul palato (chiamato “canale di Jacobson”) le fa pervenire al cervello che le elabora e permette all’animale di sapere cosa ha innanzi a sé.
Durante il letargo invernale, che generalmente inizia verso la fine di ottobre e finisce tra febbraio e marzo, la vipera vive in luoghi asciutti, all’interno di tronchi cavi, nei buchi del terreno (tane), nelle fessure delle rocce e nei muri a secco. Nella vipera il processo di muta (ecdisi), ossia il periodo in cui l’animale cambia lo strato più superficiale della pelle, avviene ogni 80-90 giorni, ma c’é un rapporto tra lo stato di salute dell’animale e frequenza della muta: una vipera ammalata può mutare solo un paio di volte all’anno.
Il veleno della vipera é composto da acqua, metalli, ioni, protidi, nucleosidi; queste sostanze servono ad immobilizzare ed uccidere la preda, ma anche alla digestione, poiché il serpente ingurgita il pasto intero.
Gli effetti sistemici e locali che derivano dal veleno sono di tipo cardiotossico, neurotossico e nefrotossico; possono nascere anche disturbi della coagulazione. Il veleno é una sostanza indispensabile per la vita della vipera, per cui l’animale generalmente non lo spreca mordendo l’uomo. In molti casi la vipera morde l’uomo ma non inietta il veleno. Comunque vi consigliamo di leggere:
ELEMENTI PER IL RICONOSCIMENTO DELLA VIPERA
MORSO: le ferite del suo morso sono due forellini, prodotti dai denti velenosi, spesso non seguiti da quelli dei denti più piccoli.
PUPILLA: ha una forma ellittica e verticale.
TESTA: é triangolare, piatta, più larga del collo, con il muso tronco, é ricoperta da squame piccole e irregolari.
CORPO: é lungo meno di un metro, con coda corta e tozza, spesso sormontato da una riga romboide nera.
COLORE: non può essere un elemento per riconoscerla, perché tende a mimetizzarsi col terreno su cui vive.
Tipico della vipera, nel momento precedente il morso, é l’atteggiamento di difesa, con il corpo raccolto e il collo piegato a “S”, accompagnato spesso da sibili di avvertimento.
E’ un animale estremamente pavido che ama vivere in pace. Morde solo perché ha paura o perché si trova fuori dal terreno ad essa abituale o perché é stimolata da un movimento. Se si trova nel suo “dominio”, alla vista dell’uomo cerca di raggiungere il suo rifugio. L’aggressività aumenta quando si alza la temperatura e si avvicina la muta; durante i periodi di accoppiamento, i maschi sono piuttosto irritabili.
Quando si va in montagna é opportuno avere con sé il siero antivipera ed é importante osservare questi comportamenti:
Calzare stivali oppure calzettoni di lana pesante.
Camminare con passo cadenzato e pesante.
Prima di cogliere qualsiasi cosa, fare rumore per allontanare ogni possibile minaccia.
Osservare con cura il luogo su cui ci si siede.
Non appoggiarsi su tronchi ricoperti di foglie, su pagliai e su fascine di legna.
Non mettere la mano sotto una roccia, un sasso o dentro una fessura.
Fare attenzione quando ci si disseta ad una fonte e quando si cammina su una pietraia.
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