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FLORA & FAUNA
LUPO

Il lupo appartiene alla famiglia dei Canidi, carnivori simili ai cani. Tra i canidi il lupo è il più grande come dimensioni: lunghezza tra i 130 e i 160 cm., altezza tra gli 80 e i 100 cm. Il colore del suo mantello varia a seconda dell'età e delle stagioni; generalmente grigio-giallastro o marrone-rossiccio. Il lupo presenta una dentatura caratterizzata da canini affilati, lunghi e ricurvi verso l'interno. Questo animale raggiunge al massimo i 10 anni di vita in libertà e i 17 in cattività. Il peso del lupo varia geograficamente; in media il peso per il lupo eurasiatico è di 38.5 kg, per il lupo nord americano è di 46 kg, per il lupo indiano e il lupo arabo è di 25 kg, anche se - raramente - sono stati identificati, in Alaska e Canada, alcuni esemplari dal peso superiore ai 77 kg.

La fronte è ampia, le mandibole particolarmente robuste, gli occhi sono chiari, generalmente di colore diverso e dal taglio leggermente obliquo. La mascherina facciale di un lupo adulto si estende intorno alle labbra inferiori e superiori ed è di colore bianco-crema, mentre negli individui giovani può essere incompleta oppure scura in prossimità del muso. Le orecchie hanno generalmente un'attaccatura più laterale e sono più lunghe e larghe. Solitamente non le porta mai flosce e calate lungo i lati della testa, bensì le tiene in posizione eretta lungo il profilo della testa. Il pelo ha sempre una colorazione varia che comprende colori dal marrone antracite al marrone chiaro; ma anche nero, beige, bianco o fulvo. Sul dorso la colorazione è beige con punte nere, sulla parte superiore delle zampe anteriori vi è spesso una vistosa striscia nera e infine il torace è quasi sempre marrone chiaro. Molto vorace, appartiene all'ordine dei carnivori ed è classificato nel genere dei superpredatori.

La funzione di ogni lupo è organizzata all'interno di un branco, con una struttura sociale fortemente gerarchica. Il branco è guidato da due individui che stanno alla punta della piramide sociale, il maschio alfa e la femmina alfa. La coppia alfa (di cui solo uno dei due componenti può essere il "capo") possiede più libertà rispetto al resto del branco, anche se i due non sono capi nel senso umano del termine: gli individui alfa non impartiscono ordini agli altri lupi; bensì, possiedono la libertà di scegliere cosa fare, quando farlo, dove andare, quando andare. Il resto del branco, che possiede un forte senso della collettività, solitamente li segue. Anche se la maggior parte delle coppie alfa è monogama, ci possono essere alcune eccezioni: un individuo alfa può preferire l'accoppiamento con un lupo di importanza minore nella scala sociale, in particolare se possiede legami di parentela molto vicini con l'altro alfa (fratello o sorella, ad esempio). Si è osservato che se un esemplare Alfa muore, il compagno o la compagna spesso non forma una nuova coppia con un altro soggetto, ma rimane da solo a guidare il branco. Tuttavia a volte può succedere che il lupo o la lupa vedova prendano un nuovo compagno.

Solitamente, solo la coppia alfa è in grado di crescere una cucciolata (gli altri lupi del branco possono allevare, ma, di solito, non possiedono le risorse necessarie a portare i cuccioli alla maturità). Tutti i lupi del branco assistono la crescita dei cuccioli. I piccoli, quando diventano adulti, possono scegliere se rimanere all'interno del branco e aiutare ad allevare i nuovi nati, opzione, di solito scelta da alcune femmine, oppure, disperdersi, scelta presa in considerazione più che altro dai maschi. La grandezza del branco può cambiare con il passare del tempo secondo alcuni fattori, come l'habitat, la personalità individuale dei lupi, o la quantità di cibo disponibile. I branchi possono contenere dai 2 ai 20 lupi, sebbene un branco medio contenga circa 6 o 7 lupi. Un nuovo branco si forma quando un esemplare abbandona il suo branco di nascita e rivendica un suo territorio. I lupi solitari possono viaggiare in cerca di altri individui anche per distanze molto lunghe. Gli individui che si disperdono devono evitare i territori di altri lupi perché gli intrusi su territori già occupati vengono cacciati via o uccisi.

La gerarchia (guidata dalla coppia alfa) influisce su tutte le attività del branco. Nei branchi più grandi, si possono trovare, oltre a quella principale, altre due gerarchie separate: la prima viene esercitata sui maschi del branco ed è guidata dal maschio alfa, l'altra sulle femmine del branco, ed è governata dalla femmina alfa. In questo caso, il maschio alfa sarà il componente più importante della coppia alfa, sebbene, in alcuni casi, sono state osservate situazioni in cui la femmina alfa abbia preso il controllo dell'intero branco. Le gerarchie del maschio e della femmina sono interdipendenti, e sono costantemente mantenute da complesse e aggressive manifestazioni di predominio e di sottomissione.

Oltre alla coppia alfa, si possono trovare, specialmente nei branchi molto grandi, un lupo o dei lupi beta, un "secondo in comando" rispetto agli alfa. Normalmente, i beta assumono un ruolo più importante nel gruppo aiutando l'allevamento dei nuovi nati, spesso sostituendo i genitori quando la coppia alfa è via. La perdita di grado può essere immediata o graduale. Un lupo più vecchio può semplicemente scegliere di lasciare il proprio posto quando gli si presenta un pretendente motivato, evitando spargimenti di sangue o lotte. Dall'altro lato, però, l'individuo sfidato può scegliere la lotta, che può avere diversi gradi di intensità. Mentre la maggior parte delle aggressioni dei lupi è più che altro ritualizzata, e non prevede danni fisici, uno scontro in cui la posta in gioco è cosi importante può facilmente risultare in ferite o danni per uno dei due o anche per entrambi. Colui che esce sconfitto da uno scontro del genere viene molto spesso cacciato via dal branco, o addirittura, seppur molto raramente, viene ucciso dagli altri membri del branco come atto di ribellione. Questo tipo di scontro si verifica principalmente durante la stagione degli accoppiamenti.

L'ordine gerarchico all'interno del branco è stabilito e mantenuto attraverso una serie di posizioni e di incontri rituali. I lupi preferiscono opporre un'ostilità psicologica anziché fisica, ciò significa che uno stato molto alto nella scala sociale è basato molto più sulla personalità o sull'atteggiamento, che sulla taglia dell'individuo o sulla sua forza fisica. Il grado sociale, chi lo ritiene, e quanto è elevato nella gerarchia varia molto tra branchi e individui. In branchi molto grandi, o in un gruppo di giovani lupi, il grado sociale può mutare costantemente, oppure essere circolare (esempio, lupo A ha il predominio su lupo B, che a sua volta ha predominio su quello C, che ha il controllo su A), o "incrociato" (il lupo A ha il predominio sul lupo B, cha ha il predominio su C, che a sua volta controlla D e quest'ultimo controlla B. Un eventuale E controlla C, e così a seguire...). In un branco normale, comunque, solo un lupo assume il ruolo di omega (vale a dire il più basso ruolo nella scala sociale del branco). Questi individui subiscono il maggior numero di aggressioni dal resto del branco, e possono essere soggetti a varie forme di crudeltà (a partire dal costante predominio dagli altri membri del branco fino a continue molestie, anche fisiche). Sebbene, dopo un'affrettata analisi, questa disposizione possa sembrare discutibile, la natura dinamica del branco esige che un lupo sia al gradino più basso della scala sociale. Infatti, tali individui sono forse più felici, pur sopportando continue dimostrazioni di forza e di sottomissione, che vivendo da soli. Per i lupi, il cameratismo, non importa in quale forma, è preferibile alla solitudine, e, invero, i lupi sottomessi tendono a scegliere un basso grado nella gerarchia piuttosto che rischiare di morire di fame. Nonostante ciò spesso gli omega osano sfidare la coppia alfa e se questi vengono sconfitti vengono cacciati dal branco. Questi potranno tornare nel branco originario o entrare in un nuovo in una sola maniera: sfidare e sconfiggere una coppia alfa subentrando a essi.Il maschio alfa o qualsiasi altro lupo più importante, dopo aver ferito o aggredito l'omega, puliscono la ferita per evitare che si sporchi portando poi malattie al branco o al sottomesso.

I branchi di lupi cacciano in maniera cooperativa qualunque grande erbivoro si trovi nel loro territorio, mentre gli esemplari solitari si limitano di norma alla caccia di prede piccole e medie, nonché di bestiame come pecore, capre e vitelli. E' anche vero che ci sono stati casi negli Stati Uniti di lupi isolati che hanno ucciso alci e bovini adulti, approfittando del fatto che questi fossero rallentati dalla neve alta. Lupi isolati, almeno fino a meno di un secolo e mezzo fa, in Italia ed Europa in alcuni casi divennero antropofagi, attaccando e divorando soprattutto donne e bambini, come accadde nei casi di Palazzolo Acreide (Sicilia) alla fine del XVII secolo e a Cusago nel XIX secolo. Tuttavia quei fatti furono eccezionali e oggi il lupo è del tutto inoffensivo per l'uomo. Le tecniche di caccia del branco vanno dall'attacco a sorpresa alle cacce a lungo termine. Attraverso una meticolosa cooperazione, un branco di lupi è capace di inseguire una grande preda per alcune ore prima di arrendersi, sebbene il tasso di successo di questo tipo di caccia sia relativamente basso. Spesso prede dei lupi, se in branco, sono alci, caribù, cervi e altri grandi ungulati. I lupi cacciano anche roditori e piccoli animali, seppure in maniera limitata, poiché un lupo medio necessita per sopravvivere, dai 1,3 ai 4,5 kg di carne al giorno. Ciò non significa che i lupi abbiano la possibilità di mangiare ogni giorno: i lupi di rado mangiano quotidianamente, così, quando ne hanno la possibilità, arrivano ad ingurgitare anche 9 kg di carne.

Quando cacciano prede molto grandi, i lupi attaccano da tutte le direzioni, puntando specialmente al collo ed alle parti laterali dell'animale. Normalmente, le prede sono animali troppo anziani, feriti, o troppo giovani; tuttavia, anche animali sani possono occasionalmente soccombere. L'habitat preferito dal lupo è caratterizzato da aree forestali planiziali (di pianura), foreste montane e radure. Oggi è diffuso soprattutto nelle regioni più remote dell'emisfero boreale. Un lupo ha mediamente un territorio di caccia di 100 km². Per trovare cibo a sufficienza in un territorio inospitale o deserto, un branco può arrivare ad occupare un territorio di 2500 km². Distribuzione

Un tempo era diffuso in tutto l'emisfero boreale a nord del 15º parallelo. Ora è drasticamente ridotto di numero negli Stati Uniti e in Europa. Negli Stati Uniti il lupo era sopravvissuto soltanto in Minnesota e Alaska (dove però si può cacciare dal 1º ottobre al 30 aprile). Il lupo è tutelato dalle leggi degli Stati Uniti in tutto il territorio (esclusa ovviamente l'Alaska). Grazie a una seria campagna di reintroduzione effettuata anni fa, il Lupo è tornato in vari stati, come il Wyoming, Idaho e Montana, e in queste aree sta aumentando di molto il suo numero, già superiore a diverse migliaia. La presenza del lupo in Italia ha toccato il suo punto più basso agli inizi degli anni 70. Una stima indicava che la popolazione si era ridotta a un centinaio di lupi, concentrati sui monti dell’Abruzzo e della Calabria. Grazie alle leggi di protezione, il numero dei lupi è lentamente cresciuto e stime recenti lo calcolano in circa 800-1000 esemplari, distribuiti lungo tutto l’Appennino, dall’Aspromonte fino alla Alpi Marittime, con presenze anche sui preappennini laziali e nella Toscana centro-meridionale. A nord il lupo è tornato sulle Alpi Occidentali, sconfinando sui massicci alpini francesi e svizzeri.

È probabile che gli antenati dei carnivori attuali, di cui fa parte il lupo, appartenessero al gruppo dei Creodonti, un gruppo di Mammiferi carnivori sviluppatosi durante il Cretaceo superiore ed estintosi nel Miocene (da 26 a 5,2 milioni d'anni fa); tale gruppo si diffuse in tutto il mondo tranne che in America meridionale e Australia. I Creodonti presentavano una morfologia simile a quella degli attuali carnivori, ma possedevano teste più grosse e cervelli più piccoli in relazione alla grandezza del corpo. Il genere più diffuso di Creodonti era Hyaenodon che si sviluppò durante l'Eocene e visse fino al Miocene superiore occupando la terra oltre trenta milioni d'anni fa. I veri Carnivori, anch'essi comparsi nell'Eocene, erano dapprima piuttosto piccoli. Una famiglia di tale gruppo era composta dai Miacidi. Il genere Miacis viveva nell'America settentrionale 40 milioni d'anni fa; visse nell'Eocene (da 54 a 37 milioni d'anni fa) e si suppone che tali animali fossero di abitudini prevalentemente arboricole, ma che possedessero già zampe allungate ed i caratteristici denti ferini. Alcuni milioni d'anni fa, dopo il differenziamento degli Ursidi e Procionidi, compaiono dal ramo comune (20-25 milioni d'anni fa) in successione abbastanza rapida, il Cynodictis, il Cynodesmus, il Tomarctus (del quale restano solo alcuni crani e denti e le cui zampe, secondo i paleontologi, erano molto simili a quelle del lupo attuale, dei cani e delle volpi), il Canis donnezani, risalente a circa tre milioni d'anni fa e vivente in Europa occidentale. Un particolare ramo evolutivo era costituito dall'Hesperocyon, simile alla genetta, con lunga coda e arti digitigradi, in grado d'arrampicarsi sugli alberi. Quest'ultimo era forse il più veloce tra i Canidi. La sua dieta si basava su insetti, frutta e piccoli Mammiferi. Viveva nell'America settentrionale. Il Canis donnezani e il Tomarctus erano, tra tutti gli animali citati, quelli geneticamente più vicini all'odierna famiglia dei Canidi.

Verso la fine dell'Eocene e durante i successivi periodi dell'Oligocene e Miocene (da 38 a 5,2 milioni d'anni fa) questi primi carnivori prosperarono adattandosi ai mutamenti climatici, vegetazionali ed alla disponibilità di prede. Tra il Miocene ed il Pliocene le estese praterie eurasiatiche rappresentarono l'habitat favorevole per la differenziazione e la diffusione degli Ungulati e quindi di nuove modalità di sopravvivenza legate alla caccia da parte dei primi Mammiferi carnivori. Durante l'Oligocene (34 milioni d'anni fa), a partire dall'Hesperocyon, si originarono delle linee evolutive che nella maggioranza dei casi s'estinsero, tuttavia riuscì ad adattarsi e ad affermarsi il ramo che, passando per il Leptocyon, condusse ai Canidi moderni. Risale al Pleistocene (2 milioni d'anni fa) una delle prime creature con sembianze simili al lupo: era il Canis dirus. Lungo oltre 1,6 metri e pesante mediamente circa 80-90 kg, il Canis dirus, più grande rispetto al lupo attuale, aveva una testa più grande, zampe più robuste, denti più massicci (Mech, 1970).
 
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